STRADario
Pontuale
MAPPA DI UN LETTERATO ALLA RICERCA DI UNA VIA
IANIERI EDIZIONI
Denaro falso
Lev Tolstoj
Quale strumento di corruzione può essere il denaro? Tolstoj nel racconto/pamphlet Denaro Falso, composto non prima del 1904 e pubblicato postumo nel 1911, segue il passaggio di mano in mano di una cedola falsificata e della scia corruttrice che lascia dietro di sé. Il “pagherò”, come un morbo, appesta e infetta coloro che incontra al suo passaggio, segnandone il disfacimento morale e fisico. Ma nella seconda parte del racconto trova posto anche il sogno utopico agognato dal genio letterario russo, il sogno di un mondo primitivo basato su baratto e scambio, un mondo che può rinunciare all’uso della moneta. Un sogno che ha animato il pensiero filosofico e la vita quotidiana dell’autore di Guerra e Pace.
Memorie dalla casa dei morti
Fedor Dostoevskij
Romanzo scritto nel 1861 al termine della pena scontata in Siberia. Un’opera in parte autobiografica e ispirata alle condizioni che l’autore visse in prima persona in carcere. Scritto nella forma avvincente e incalzante del diario, lo scrittore russo, nella prefazione del manoscritto, si attribuisce la paternità di una confessione di un recluso immaginario accusato di aver ucciso la moglie. Intanto gli altri carcerati che popolano le celle, ma anche i carcerieri, vengono splendidamente descritti, tanto da far emergere la loro nascosta umanità, i loro sentimenti più profondi, i loro intimi segreti o tragiche colpe. Un libro che riflette sulla condizione umana, sulla speranza, sulle ingiustizie, sul senso profondo della libertà, ma soprattutto tenta di comprendere il destino dell’essere umano e per il quale Tolstoj disse: «un modello dell’arte superiore, religiosa, proveniente dall’amore di Dio e del prossimo».
Gli orrori della Siberia
Emilio Salgari
Per la prima volta, dal 1900, viene ripresentata integralmente l’edizione pubblicata dalla Donath di Genova e accompagnata, inoltre, da 22 disegni originali del grande illustratore salgariano E. Zanetti. Gli orrori della Siberia, scritto nel 1900, è un classico romanzo di avventura, nel quale fra i topos tipici di questo genere letterario (il viaggio, la natura contraria, le lotte con le fiere e i traditori…), si individua la percezione dell’impero zarista – potente e crudele, ma ingenuo e corruttibile – che si aveva in Italia all’aprirsi del XX secolo. Un’opera che sorprende per la sua freschezza, per il suo stile rapido e travolgente, un testo che descrive immagini vivide e affascinanti, figure perdute in una sterminata distesa di neve, personaggi coraggiosi capaci di sfidare il destino avverso.
Il pugno chiuso
Arrigo Boito
In questo volume di Arrigo Boito si contraddistinguono le ardite combinazioni, lo scandaglio dei soggetti, l’esigente forma espressiva, lo studio meditato sulla musicalità del linguaggio. È una scrittura scorrevole, un ritmo incalzante coadiuvato da un periodare serrato, basato su una narrativa fitta di simbologie e traboccante di enigmi evocativi. Nei personaggi quanto nelle trame dell’autore padovano si ritrovano gli argomenti macabri e tetri, i contorni fantastici e grotteschi che caratterizzano l’intelaiatura del pensiero scapigliato. Una tensione estrema tra bene e male, angelico e demoniaco, canto e grido, splendido e orrido, uno sforzo creativo che esaspera, ampliandolo, l’insanabile dualismo umano.